L’ossario attiguo alla chiesa parrocchiale di Cepina rappresenta un opera architettonica di grandissimo interesse. Annoverato già a fine ‘800 fra i monumenti nazionali venne segnalato oltre che per il meraviglioso ciclo pittorico dei suoi affreschi soprattutto per l’imponente cancellata in ferro battuto unica nel suo genere che ne adorna l’intera facciata principale. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1719 e con grande concorso di popolo venne ultimato in pochissimi anni. Fu il mastro ferraio Giuseppe Pini di Grosio a realizzare con l’aiuto di alcuni fabbri di Cepina il pregevole cancello in ferro che chiude le tre arcate a tutto sesto sostenute da esili colonne di granito locale. La decorazione pittorica venne invece affidata a Gian Pietro Ligari il maggiore artista valtellinese del ‘700 e ad Alessandro Valdani di Chiasso.
Gli affreschi invitano a riflettere sulla caducità della vita e proposti attraverso la rappresentazione di alcuni passi biblici che trattano i temi della precarietà umana e della speranza nelle risurrezione. Nel 1933 l’ossario venne adibito a battistero con lo spostamento del fonte battesimale dalla chiesa parrocchiale segno tangibile della comunione fra chi nasce alla vita nuova nel battesimo e chi già riposa nella pace di Dio. Un’opera importante da segnalare è il tabernacolo realizzato nel 1579 dal lapicida cepinasco Simone Sassella e l’altare marmoreo che incornicia l’affresco della morte di San Giuseppe proveniente dalla cappella di San Gaetano di Bormio e acquistato dai cepinaschi dopo la demolizione di quest’ultima.