GREEN COMMUNITY VALGREEN _ PERCORSO (TALAMONA)- VECCHIA MULATTIERA - SOMVALLE (TARTANO)- SOSTILA VAL FABIOLO -SIRTA - (FORCOLA)

GREEN COMMUNITIES

Le Green Communities sono comunità locali coordinate e associate tra loro che vogliono realizzare insieme piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

Esse vogliono costruire comunità vive per “camminare insieme” considerando alla loro base un territorio geograficamente ampio, con più territori aderenti per definire un processo di rigenerazione del territorio, non solo ambientale, ma anche sociale ed economico, che tenga insieme le risposte alle varie crisi della montagna (climatica, economica, sociale), nel contrasto ai fenomeni di spopolamento, abbandono, desertificazione.

IL CONTESTO TERRITORIALE: IL PROGETTO VALGREEN ​​

L'ambito territoriale individuato per la costituzione della Green Community "ValGreen" è rappresentato da undici Comuni del mandamento della Comunità Montana Valtellina di Morbegno, nato per avviare un processo virtuoso di gestione del territorio e lo sviluppo di un turismo sostenibile. ​ L'ente comprensoriale con i Comuni contigui di Cercino, Cino, Civo, Dubino, Forcola, Mantello, Mello, Morbegno, Talamona, Tartano e Traona, puntano su differenti assi: il settore forestale, la mobilità lenta in funzione della pista ciclabile e attraverso azioni sulla sentieristica, l'efficientamento degli edifici di proprietà.​

Per quanto riguarda la mobilità lenta, il progetto si concentra sulla pista ciclabile del Sentiero Valtellina da un lato, per la sua implementazione a livello di percorsi e di servizi e sulla sentieristica dall'altro, allo scopo di sviluppare la connessione dei siti culturali presenti sul territorio.​

MULATTIERE E STRADE DI ACCESSO ALLA VAL TARTANO

L’attuale strada carrabile venne costruita fra il 1956 e il 1957, consentendo, per la prima volta, l’accesso di autoveicoli alla valle.​

Infatti, nonostante fosse talmente popolata da avere negli anni Cinquanta tre scuole elementari, fino ad allora, la Val Tartano era raggiungibile solamente a piedi lungo una mulattiera.​

Fortunatamente, nel periodo in cui l’Italia si avviava verso il boom economico, l’allora Ministro Ezio Vanoni, natio della vicina Morbegno, presentò in Senato l’inadeguata condizione in cui versavano Tartano e la sua valle.​

Ecco uno stralcio del suo discorso: “Non posso dimenticare che vi è nella mia provincia un piccolo comune di 1200 abitanti, il quale ancora oggi è collegato con la pianura per mezzo di una mulattiera, sicché occorrono cinque ore di cammino a piedi per raggiungerlo e quando si sale, come io qualche volta ho fatto prima e dopo la mia vocazione politica, e ci si accosta al palazzo municipale e si vede il ricordo dei caduti nelle due guerre e si nota che questo piccolo villaggio di montagna ha avuto nelle due guerre il maggior rapporto tra popolazione residente e caduti, si orienta necessariamente la propria opera, come credo di avere sempre fatto nella mia vita politica, affinché questi 1200 contadini montanari abbiano una tranquillità economica ed una speranza in un avvenire per sé e per i propri figli.”​

Queste parole sono ora scolpite in una lapide posta nel 1966 in prossimità del ponte sul torrente Vicima, lungo la strada stessa, con l’intitolazione “La popolazione della Val Tartano a Ezio Vanoni, Ministro della Repubblica”.

 

IL BORGO DI SOSTILA

Sostila è un borgo medievale situato a 820 metri di altitudine nella Val Fabiòlo, raggiungibile solo a piedi.

Le sue case in pietra, alcune di origine altomedioevale, sono disposte lungo strette vie acciottolate, mantenendo intatto l'impianto urbanistico originario. Tra i luoghi di interesse si possono citare: la chiesa della Madonna della Neve, fulcro della comunità e testimone della devozione locale; la scuola, chiusa nel 1958, conserva ancora gli arredi originali, offrendo uno spaccato della vita scolastica dell'epoca; la casa parrocchiale e l'antica casa dei portali raccontano di modelli costruttivi frutto di una secolare stratificazione di competenze ed usi.

L'assenza di strade carrozzabili ha preservato l'autenticità del borgo, rendendolo un esempio unico di architettura rurale alpina in Valtellina. Un tempo, gli abitanti traevano sostentamento dalla coltivazione delle castagne, dall'allevamento e dalla raccolta di frutti venduti nei mercati dei paesi circostanti. Oggi, Sostila appare come un paese sospeso nel tempo, dove le tradizioni e le leggende, come quelle legate alle streghe e agli spiriti, arricchiscono il fascino del luogo.

Da Sostila passano diversi itinerari escursionistici. Da qui è possibile raggiungere Somvalle, collegandosi all'itinerario che scende verso Talamona. Un'interessante alternativa ad anello prevede invece la salita alla località Motta, alla suggestiva Casa Rotonda per poi discendere verso Sirta attraverso Ronco, Alfaedo e altre località minori che punteggiano il percorso di ritorno a Sirta. Questi sentieri, immersi in boschi di castagni e faggi, offrono panorami suggestivi e permettono di scoprire le tracce della vita rurale di un tempo, tra antichi muretti a secco e ruderi di baite. Si raccomanda di intraprendere queste escursioni durante la stagione estiva, prestando attenzione ai dislivelli e alle condizioni del terreno.

 

SOSTILA E LA VAL FABIOLO

Nascosta tra le pieghe della Valtellina, la Val Fabiòlo è una valle poco conosciuta ma ricca di fascino e storia.

Situata a sud del fiume Adda, tra Morbegno e Sondrio, questa valle trasversale si estende per circa quattro chilometri e un tempo costituiva un'importante via di collegamento con la Val Tartano e la Val Brembana.

Sostila, villaggio principale della valle, è un borgo medievale risalente al XVI secolo e posto a 820 metri di altitudine.​ Un luogo che racconta storie di un passato fatto di fatica e resilienza, con le sue case in pietra, i tetti in piode e le antiche mulattiere.​

Oggi, il borgo, quasi totalmente disabitato dagli anni ‘60, si anima nei mesi estivi con la presenza di visitatori e villeggianti.​

Non essendo possibile raggiungere il paese se non a piedi, sfruttando la storica mulattiera della val Fabiolo, e più in generale l’intera Val Fabiolo, si caratterizzano per uno stato di isolamento che ha permesso la conservazione di un paesaggio naturale incontaminato, contraddistinto da boschi di castagni, faggi e conifere. La morfologia del territorio ha modellato una valle incassata tra pareti rocciose, creando un ambiente quasi sospeso nel tempo.

Tra sentieri acciottolati che conducono attraverso un ambiente naturale di rara bellezza, spiccano la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, la vecchia scuola, chiusa nel 1958 ma ancora allestita con i banchi dei bambini che la hanno frequentata, la casa parrocchiale, la casa del libro e alcuni edifici caratteristici che, come un museo diffuso, raccontano della vita contadina di un tempo.​

Il sostentamento era offerto dalla natura. Innanzitutto la castagna, consumata cotta o cruda o come farina base dell’alimentazione, i frutti dell’orto e delle poche piante da frutta coltivate sui pendii. Infine gli animali da allevamento e il faggio che forniva legna da ardere.​

Il villaggio, immerso nella quiete e nel verde, conserva anche vecchie tradizioni e racconti popolari come leggende di streghe e spiriti che animano l'immaginario collettivo, regalando un tocco di mistero al fascino senza tempo della valle.

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